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Per aspera ad astra

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Canzoni per pensare tekapi

Visto il periodo vi consiglio una canzone particolare, è in milanese ed è del gruppo Teka-Pi Se volete ricercarla per l’ascolto vi consiglio la versione Gospel conenuta nell’album “PANE E LARSEN”

..IMPERDIBILE!!!

CARAGNA NO (Maghini)

caragna no, càr el me fioeu
so ben che ‘sto mond làder
l’è no el dipint d’on quader
perciò, ti, caragna no

caragna no, càr el me fioeu
t’el disi anmò: caragna no
so ben che in ‘sto mond nègher
gh’è poc de sta su allégher
perciò, ti, caragna no

gh’è no lavorà, ma se g’hoo de faa?
foo domà quel che pòdi,
son’t minga el Berlusconi
perciò, ti, caragna no

riconossi che in quel moment chi
gh’è propi nient de riid
ma quand te penset che gh’è in gir
chi sta semper pèg de ti…

l’è giamò un pò ch’el disi,
fass no vegnì ona crisi
perciò, ti, caragna no…

… caragna no… caragna no… caragna no…

càr el me fioeu
t’el disi anmò
caragna no!
so ben che ‘sto mond lader
l’è no el dipint d’on quader
perciò, ti ca, cara, caragna…….. no

Buona Riflessione

SkarlaSan

Spunto di riflessione

RiPrendendo come tema i numeri propongo un nuovo spunto

NUMMERI
di Trilussa

– Conterò poco, è vero:
– diceva l’Uno ar Zero –
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l’azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso.

1944

Buona riflessione

SkarlaSan

Canzoni per pensare: Don Chisciotte – Guccini

Don Chisciotte – Guccini

[ Don Chisciotte ]
Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto
d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:
vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
l’ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,
ma un rifiuto non l’accetto, forza sellami il cavallo !
Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
colpirò con la mia lancia l’ingiustizia giorno e notte,
com’è vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte…

[ Sancho Panza ]
Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non è mai di buon umore…
E’ la più triste figura che sia apparsa sulla Terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra
cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa,
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.
E così da giorni abbiamo solo calci nel sedere,
non sappiamo dove siamo, senza pane e senza bere
e questo pazzo scatenato che è il più ingenuo dei bambini
proprio ieri si è stroncato fra le pale dei mulini…
E’ un testardo, un idealista, troppi sogni ha nel cervello:
io che sono più realista mi accontento di un castello.
Mi farà Governatore e avrò terre in abbondanza,
quant’è vero che anch’io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza…

[ Don Chisciotte ]
Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
solo i cinici e i codardi non si svegliano all’aurora:
per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri !
L’ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,
anche l’anima dell’uomo ha toccato spesso il fondo,
ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa
il nemico si fà d’ombra e s’ingarbuglia la matassa…

[ Sancho Panza ]
A proposito di questo farsi d’ombra delle cose,
l’altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
le ha attaccate come fossero un esercito di Mori,
ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori
era chiaro come il giorno, non è vero, mio Signore ?
Io sarò un codardo e dormo, ma non sono un traditore,
credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane
il solo metro che possiedo, com’è vero… che ora ho fame !

[ Don Chisciotte ]
Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch’io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l’apparenza delle cose come vedi non m’inganna,
preferisco le sorprese di quest’anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d’oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire…

[ Sancho Panza ]
Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il “capitale”, oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al “potere” dare scacco e salvare il mondo intero ?

[ Don Chisciotte ]
Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il “male” ed il “potere” hanno un aspetto così tetro ?
Dovrei anche rinunciare ad un po’ di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà ?

[ Insieme ]
Il “potere” è l’immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:
siamo i “Grandi della Mancha”,
Sancho Panza… e Don Chisciotte !

Buone riflessioni

SkarlaSan


Spunto di riflessione

Di seguito un breve stralcio di un romanzo che mi piace rileggere e da cui si possono trarre spunti di riflessione.

Il brano illustra il colloquio tra il potente re Akrab  “Grande Scorpione” ed il suo indovino El Dabih dopo aver messo alla prova la fedeltà dei suoi sudditi …

Tratto da Terra! di Stefano Benni

[…]

Quando le urla e le invocazioni di Alya si spensero nei vasti corridoi, Akrab si avvicinò all’indovino e indicò la coppa vuota:

– Così, El Dabih, – disse – tu mi sei fedele!
– Tu lo sai re. Ho bevuto perché, se tu hai deciso che io muoia, tanto vale che muoia subito. Come potrei oppormi?
– Così, – disse irosamente Akrab – neanche della tua fedeltà posso essere sicuro! Perché, allora, mi resti vicino?
– Perché spero di potere fermare la tua follia. – disse l’indovino – Pensi forse che spargere il terrore su questa nave, uccidere a tuo piacimento, possa servire? Tu sai benissimo che Alya non ha cospirato contro di te. Puoi uccidere tutti i tuoi ministri e le leggi, ma la paura resta dentro di te. Non puoi tagliarle la testa!
– Indovino, – disse il re – se tu chiami follia la mia legge, allora ogni legge è una follia. Alya non bevendo ha commesso un peccato, il più grande per un suddito: considerare la sua vita più importante di quella del suo re. Tu sei un uomo che scruta nel vasto dei cieli e nel minuscolo dei vapori, sai vedere nell’abisso delle gocce in una tazza, e in quello che c’è dietro gli occhi chiusi. Ma io devo guardare il mondo, quello reale: le armi, le terre, le ricchezze. In tutto ciò non c’è magia: c’è ordine. Non puoi capire che cos’è il potere, tu! Non mi giudicare o potresti pentirtene! Io posso essere ben più pericoloso di un presagio!
– Non ho paura di te, – disse per tutta risposta l’indovino, fissandolo ancora negli occhi. Re Akrab, senza rendersene conto, indietreggiò di un passo. Poi l’ira gli ridiede forza. Con voce calma, disse:
– El Dabih, tu hai detto che niente di male mi succederà, finché il cielo non cadrà sulla terra…
– Così diceva la profezia.
– Ebbene – disse il re, e gli occhi gli brillavano di astuzia – fino a quel giorno, e cioè per sempre, ti nomino mio Primo Ministro. Avrai un palazzo, e strumenti preziosi per guardare le stelle, e oro, tanto quanto nessuno dei miei consiglieri ha mai avuto! Accetti questa offerta, indovino!

Continua..

spunto di riflessione

Di seguito due brevissimi estratti dal romanzo di Stefano Benni – Pane e tempesta
utili a riflettere:


Ci chiese come facevamo ad essere così ben nutriti e allegri in tempi di recessione.
Gli spiegammo che noi eravamo lontani ed esclusi dai meccanismi delle grandi crisi monetarie, ma sapevamo bene cosa avevamo vicino.
E per noi ogni giorno è prezioso.
E abbiamo i racconti.
E sappiamo riparare le cose, voi no.
E anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa.


Finalmente giunsi al pozzo e calai il secchio.
Aspettai.Un uccello notturno cantava la sua nera ballata.
Quando tirai su il secchio, era pesantissimo ma vuoto.
Conteneva solo una goccia di qualcosa che sembrava sangue.
– Cosa succede, pozzo, – dissi a voce alta – non hai più acqua?
Una voce rispose dalla cavità, una voce che era rimbombo, sciabordio, pianto di carrucola e vento sotterraneo.
– Nessun mostro è peggiore di quello che si nasconde. E nessun delitto è peggiore di quello del forte contro il debole. Maledetto chi ti porta via l’acqua, chi ti deruba del pane, chi ti toglie la libertà. Il tuo paese ha conosciuto ingiustizie e crimini, e ha servito mostri i cui artigli si chiamavano autorità, partito, investitura divina o gradimento del popolo. Altri ne verranno, mostri ipocriti e ridenti, ma tutti prima o poi faranno la stessa fine. Marciranno nel pozzo profondo della storia. Non devi obbedirgli non devi diventare come loro.
Ma verranno giorni in cui il pozzo sarà quasi vuoto. Dovrai calare il secchio tante volte, aspettare e lottare, finchè troverai l’acqua preziosa per chi ne ha bisogno. Ti diranno che l’acqua è altrove, che ci sono modi più facili per averla, ti venderanno acqua d’oblio oppure avvelenata, ti uccideranno dicendo che l’acqua è soltanto loro. Ma conserva la speranza, torna ogni notte, cala il secchio e resisti, non aver paura.
[…] Da quella notte, per tutta la vita ho pensato, faticato e lottato p0er restare libero.
[…] Nell’acqua che ho portato molti hanno bevuto, si sono lavati le ferite, si sono specchiati e hanno visto un riflesso di luce. E quando ero disperato, ferito e piegato, qualcuno è andato a prendere l’acqua del pozzo per me.

Buona riflessione
Stefano