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Per aspera ad astra

spunto di riflessione

Di seguito due brevissimi estratti dal romanzo di Stefano Benni – Pane e tempesta
utili a riflettere:


Ci chiese come facevamo ad essere così ben nutriti e allegri in tempi di recessione.
Gli spiegammo che noi eravamo lontani ed esclusi dai meccanismi delle grandi crisi monetarie, ma sapevamo bene cosa avevamo vicino.
E per noi ogni giorno è prezioso.
E abbiamo i racconti.
E sappiamo riparare le cose, voi no.
E anche se il vento ci soffia contro, abbiamo sempre mangiato pane e tempesta, e passeremo anche questa.


Finalmente giunsi al pozzo e calai il secchio.
Aspettai.Un uccello notturno cantava la sua nera ballata.
Quando tirai su il secchio, era pesantissimo ma vuoto.
Conteneva solo una goccia di qualcosa che sembrava sangue.
– Cosa succede, pozzo, – dissi a voce alta – non hai più acqua?
Una voce rispose dalla cavità, una voce che era rimbombo, sciabordio, pianto di carrucola e vento sotterraneo.
– Nessun mostro è peggiore di quello che si nasconde. E nessun delitto è peggiore di quello del forte contro il debole. Maledetto chi ti porta via l’acqua, chi ti deruba del pane, chi ti toglie la libertà. Il tuo paese ha conosciuto ingiustizie e crimini, e ha servito mostri i cui artigli si chiamavano autorità, partito, investitura divina o gradimento del popolo. Altri ne verranno, mostri ipocriti e ridenti, ma tutti prima o poi faranno la stessa fine. Marciranno nel pozzo profondo della storia. Non devi obbedirgli non devi diventare come loro.
Ma verranno giorni in cui il pozzo sarà quasi vuoto. Dovrai calare il secchio tante volte, aspettare e lottare, finchè troverai l’acqua preziosa per chi ne ha bisogno. Ti diranno che l’acqua è altrove, che ci sono modi più facili per averla, ti venderanno acqua d’oblio oppure avvelenata, ti uccideranno dicendo che l’acqua è soltanto loro. Ma conserva la speranza, torna ogni notte, cala il secchio e resisti, non aver paura.
[…] Da quella notte, per tutta la vita ho pensato, faticato e lottato p0er restare libero.
[…] Nell’acqua che ho portato molti hanno bevuto, si sono lavati le ferite, si sono specchiati e hanno visto un riflesso di luce. E quando ero disperato, ferito e piegato, qualcuno è andato a prendere l’acqua del pozzo per me.

Buona riflessione
Stefano

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